ROMA – Il bikini, l’oggetto oggi comunemente utilizzato da moltissime donne in spiaggia, nasceva esattamente 66 anni fa.
A presentarlo ufficialmente il 5 luglio 1946, fu l’ingegnere francese Louis Reard. Da quel giorno, il costume da bagno “più piccolo del mondo” è entrato nella storia della moda.
Il nome “bikini” deriva dall’atollo di Bikini nelle Isole Marshall nel quale in quel periodo gli Stati Uniti conducevano test nucleari. Bandito, all’inizio, dai concorsi di bellezza e da alcuni stabilimenti balneari, questo nuovo modo di presentarsi in spiaggia che metteva all’angolo il costume a “pezzo unico”, venne sdoganato da Brigitte Bardot. Così scrive Wikipedia:
“Ci vollero quindici anni perché il bikini fosse accettato negli Stati Uniti. Nel 1951 i bikini furono proibiti al concorso per Miss Mondo. Nel 1958, il bikini di Brigitte Bardot nel film ‘E Dio creò la donna’ creò un mercato per il costume negli Usa, e nel 1960 la canzone di Brian Hyland ‘Itsy Bitsy Teenie Weenie Yellow Polka Dot Bikini’ diede l’avvio a una corsa all’acquisto del bikini”.
Oggi le varianti sono diverse: si va dal monokini con cui si intende il topless, ossia la sola presenza del pezzo inferiore, fino al tankini. Quest’ultima variante è un costume da bagno formato da un top maggiormente coprente di quello di un comune bikini e di un pezzo inferiore da bikini.
Uno “string bikini” è invece una versione meno coprente, in cui i pezzi inferiore e superiore si riducono a triangoli di tessuto tenuti insieme da lacci. Infine, come spiega ancora Wikipedia, la rivoluzione è arrivata dal Brasile negli anni Settanta con il tanga:
“[Nel tanga] La parte inferiore del bikini si è ulteriormente ridotta negli anni settanta con l’introduzione del tanga brasiliano, la cui parte posteriore è così ridotta da scomparire tra le natiche”.
A seguire un video che circola su YouTube dedicato alla nascita del bikini:
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