Andres Amador, l’artista che usa la sabbia come fosse una tela VIDEO
12 Agosto 2015 - di lbriotti
SAN FRANCISCO – Andrea Amador è nato a San Francisco 44 anni. Da una decina di anni, questo artista utilizza le spiagge di mezzo mondo come fossero delle tele. Non si tratta di opere disegnate da fantomatici alieni come credono in molti. Andres disegna cerchi e figure geometriche sulla spiaggia solo per divertirsi:
“Ogni tanto qualcuno ci casca e pensa che i miei disegni siano opera di fantomatici alieni: sono stupito da quando la gente possa essere sciocca, ma la cosa mi diverte sempre molto. Ho un background scientifico, poiché ho studiato ingegnera degli antichi ed ho approfondito le tecniche utilizzate per costruire piramidi e templi: questo mi ha aiutato molto. Vado spesso in spiaggia e un giorno mentre scarabocchiavo sulla sabbia con un bastone da trekking, mi è venuto in mente che avrei potuto fare la stessa cosa in modalità gigante! Mi piaceva l’idea di diventare una sorta di designer “pre-informatico” e “pre-industriale”: una specie di uomo primitivo in grado di progettare disegnando le sue idee sulla sabbia, linee, forme indefinite, un po’ come sulle pareti delle caverne”.
I nostri antenati crearono delle opere magnifiche con degli oggetti semplici, ma erano dotati di pazienza e di una grande visione. Con il tempo l’arte e l’architettura si sono evolute, sono subentrati stili diversi, ma alla base c’erano solo forme geometriche: un po’ come quelle che cerco di riprodurre io”.
Andres è andato a realizzare le sue opere in Brasile, Inghilterra, Bermuda, Francia, Italia e Irlanda. L’unica cosa che ci deve essere è la marea adatta e la spiaggia perfetta. La sabbia diventa così il foglio da disegno su cui imprimere gli schizzi e i disegni impressi nella sua mente. Con il solo supporto di corde, bastoni e rastrelli.
Le sue ore di lavoro spesso vengono cancellate in un istante per colpa di un’onda improvvisa. A tal proposito, Andres spiega di creare opere d’arti
“con la consapevolezza dell’imminente cancellazione dei miei sforzi, anche mentre lavoro. Ho imparato a non arrabbiarmi, soprattutto quando qualcuno ci cammina sopra. Perdo più facilmente la pazienza quando lasciano liberi i cani: in pochi secondi possono vanificare le fatiche di un giorno sotto al sole. Per fortuna non mi mancano gli stimoli per ricominciare: prendo ispirazione da tutto ciò che mi circonda, come piante fiori e simboli. Quello che vedo diventa un seme da cui far germogliare la mia personale ispirazione, ricerca e voglia di sperimentazione”.