MASHAD (IRAN) – Questa incredibile storia arriva dall’Iran del presidente Ahmadinejad. Per Vahid Zare era arrivato l’ultimo giorno: l’iraniano era stato condannato a morte perché colpevole di omicidio. Zare, secondo l’accusa che lo aveva condannato a morte, aveva ucciso un giovane agente di polizia.
Qualche giorno fa, il ragazzo è salito sul patibolo allestito nella città di Mashad. Il boia gli aveva messo il cappio al collo e sotto i suoi piedi si era già aperta la botola. Il cappio in pochi istanti ha iniziato a stringere il collo e Vahid ha cominciato a non respirare più.
Poi, improvvisamente si è levata una voce: “Fermatevi!”. Come racconta il quotidiano turco Hürryet citando l’agenzia di stampa iraniana Mehr, il condannato a morte è stato graziato all’ultimo momento da un membro della famiglia della vittima.
Secondo la sharia, la pena capitale può infatti essere fermata solo se è un membro della famiglia della vittima a chiederlo. Vahid Zare si è salvato ed è stato portato in ospedale. La gente in piazza ha però cominciato a protestare. Vahid però è salvo e l’Iran ha condannato a morte una persona in meno.
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